Strangers in the night è il titolo dell’intervista fatta ad Amanda Thursfield, la squisita padrona di casa del Cimitero Acattolico di Testaccio.
“L’energia che si respira in questo luogo è unica”
così dice Amanda Thursfield, la direttrice del
presentando la Guida Romanzata di questo cimitero settecentesco, scritta da Alessandro Rubinetti.
Incontrare Amanda è stato infinitamente più facile di quanto mi ero immaginata.
Una mail, un appuntamento in ore un po’ da canicola, ed eccoci qui, su una panchina all’ombra, da fuori i rumori della strada,
a chiacchierare come se ci fossimo sempre conosciute, lei docile a ridire cose molte altre volte dette, io a domandare un po’ intimidita…
Non da lei, che è bravissima a metterti a tuo agio – ma, vedete, pensare a chi ci ascolta, a chi mi ascolta, da qualche luogo…
Piuttosto presenze leggere e giurerei sorridenti, lo stesso sorriso degli alberi, dei fiori, dei gatti
(Percie per prima, ma ve ne parlo dopo)
Questo è il posto di cui D’Annunzio raccontò:
I cipressi in ordine, su quel campo di luce, erano più grandiosi e più mistici, tutti penetrati di raggi e vibranti nei culmini acuti. La statua di Psiche in cima al viale medio aveva assunto un pallore di carne. Gli oleandri sorgevano in fondo come mobili cupole di porpora. Su la piramide di Cestio saliva la luna crescente, per un ciel glauco e profondo come l’acqua d’un golfo in quiete.
La storia del Cimitero Acattolico è lunga: nasce nel 1700, quando uno studente impegnato al suo Grand Tour
ossia il viaggio di formazione dei giovani inglesi benestanti
morì e dovettero trovargli un luogo dove seppellirlo.
Eh già. Perché allora i non cattolici (ossia persone di confessioni diverse da quella cattolica romana) ma anche gli atei, e i suicidi, non potevano ricevere sepoltura nella terra consacrata appunto dalla Chiesa romana.
Chissà se per questo venne scelta la zona del Testaccio, allora certo un pò malfamata…
Beh, per cominciare, nel 1716, il papa Albani, Clemente XI, aveva concesso ai membri della Corte Stuart in esilio dall’Inghilterra di essere sepolti di fronte alla Piramide.
E poi, forse nella seconda metà del 1700, il giovane inglese (ma si dice che prima ce ne fosse stato un altro)
Le notizie di quei tempi sono poche, e la scopErta delle prime tombe avvenne nel 1929, in occasione degli scavi in quella zona.
Sia come sia, da allora le persone che hanno voluto venire a riposare qui sono più di quattromila: inglesi, tedeschi, americani, nordeuropei, russi, greci, musulmani, ed anche italiani.
Nel 1953 lo Statuto del Cimitero, che precedentemente faceva riferimento ai “cittadini di confessione protestante o greco-scismatica”
ossia, gli ortodossi
come persone che potevano essere seppellite qui,
mutò la denominazione in “cittadini acattolici”.
Il termine “acattolico”, probabilmente, oggi non sarebbe stato scelto: una maggiore sensibilità linguistica rifugge sicuramente dalla definizione di una spiritualità come “non-qualcosa d’altro”.
Tanto più in un luogo in cui, finalmente, le divisioni di questo tipo non contano – fortunatamente – più.
Ma insomma, questo è il nome per indicare il luogo magico dove si incontra più vivo il ricordo di
uomini politici come
di attori come
di scrittori come
e ovviamente
e ancor più ovviamente per noi di questi anni 2000,
– che per me è il più amato, in assoluto, e mi manca ogni volta che apro un libro.
Non dormono qui solo famosi, o famose (come l’attrice Belinda Lee), però.
E così anche questa divisione, come quella precedente, si dimostra qui finalmente superata.
Come la barriera del tempo, come dice Amanda.
Questo è un luogo dove il tempo si è fermato perché i suoi sentimenti sono universali ed eterni. […] Spesso ho notato come anche i ragazzi di 16-17 anni, in un’età fortemente ribelle, durante le visite scolastiche ne rimangano colpiti… sentono e comprendono le vite di quegli stessi artisti che furono ribelli nello spirito, donandoci le pagine più alte della poesia mondiale.
Dunque un luogo dove le barriere cadono – anche se a fargli da sfondo direzione Piramide sono proprio le mura Aureliane.
Almeno qui, le differenze di nazionalità, comprensione religiosa, età, importanza, sesso, idee politiche… non ci sono più.
Ed anzi sembra che i pensieri di loro che sono ricordati qui ci guardino con un affettuoso sberleffo – come quello che si legge sulla pietra di Umberto Missori,
in realtà illustre sconosciuto, o quasi
Insomma, questo “Cimitero Acattolico” è davvero un posto pieno di energia, come ci aveva promesso Amanda!
Ah, quasi dimenticavo: Percie.
Percie è la gatta che attentamente controlla l’entrata e l’uscita dei visitatori, ma quando ho cercato di fotografarla si è messa, ostentatatamente, a (far finta di) dormire!
Per ascoltare tutta la puntata su Radio 21 aprile Web, questo è il link
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